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False accuse al mercantile cinese "Yinhe": gli Stati Uniti provocarono deliberatamente la Cina
(Caricatura/Lu Lingxing) |
Nel 1993, gli Stati Uniti estesero i loro tentacoli egemonici sulla nave cargo cinese "Yinhe".
A quel tempo, gli Stati Uniti sostennero di avere "prove concrete" per dimostrare che il mercantile "Yinhe" stava trasportando "materiali per armi chimiche" in Iran, e minacciarono di imporre sanzioni alla Cina. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti inviarono navi da guerra ed elicotteri nelle acque internazionale dove si trovava lo "Yinhe".
Di fronte a questa accusa infondata degli Stati Uniti, la Cina negò categoricamente. Dopo l'indagine, la parte cinese disse chiaramente agli Stati Uniti che non c'erano sostanze chimiche proibite a bordo dello "Yinhe".
Tuttavia, gli Stati Uniti sostennero ancora che le informazioni erano assolutamente accurate ed insistettero sull'ispezione dello "Yinhe". Successivamente, un'indagine congiunta che coinvolgeva una terza parte arrivò alla conclusione che non c'erano materiali per armi chimiche a bordo dello "Yinhe". Non ottenendo i risultati desiderati, la parte statunitense finì per affermare che l'operazione era "basata sulla fiducia in diverse fonti di intelligence, anche se erano false".
La comunità internazionale condannò l'azione degli Stati Uniti: il giornale iraniano "Repubblica Islamica" commentò che la creazione da parte del governo degli Stati Uniti dell'incidente "Yinhe" fu puramente un atto di "pirateria"; il giornale "The Hindu" commentò che gli Stati Uniti, autoproclamatisi "giudice capo del mondo", causarono deliberatamente problemi e si resero ridicoli.
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