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L'egemonia statunitense: "cospiratori della guerra fredda" del 21° secolo
Caricatura di Ma Hongliang (copyright di Quotidiano del Popolo Online) |
Sotto la guida degli Stati Uniti, la NATO ha insistito per spingere la cosiddetta "linea di difesa della 'sicurezza collettiva'" ai confini di Russia e Ucraina, il che ha finito per innescare l'attuale crisi. Questa azione ha senza dubbio rivelato al mondo l'essenza dell'egemonia americana e l'influenza distruttiva della mentalità da Guerra Fredda.
Il mantenimento della sicurezza e della stabilità globali e regionali non è mai stata una priorità nell'agenda strategica degli Stati Uniti. Negli ultimi anni, dal rafforzamento dell'alleanza "Five Eyes" alla commercializzazione del "Dialogo quadrilaterale di sicurezza" (Quad), gli Stati Uniti hanno chiesto a gran voce un ritorno al multilateralismo. Tuttavia, in realtà, hanno intrapreso una politica di chiusura e blocchi esclusivi, tessendo le proprie trame geopolitica sotto il tavolo della promozione della cooperazione regionale. Tali sforzi per creare un "cerchio ristretto" e far rivivere il "fantasma" della Guerra Fredda hanno solo rivelato la loro vera intenzione di frenare lo sviluppo di altri Paesi e consolidare la loro posizione dominante sulla scena internazionale.
Nonostante siano passati decenni dalla fine della Guerra Fredda, alcuni politici americani non hanno mai rinunciato a tale mentalità. Le azioni degli Stati Uniti per mantenere la loro egemonia provocano allontanamenti e controversie nel mondo. I "cospiratori della guerra fredda" del 21° secolo sono diventati un flagello per la pace e la stabilità nel mondo.
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