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Italia: in luce delle priorità interne, la politica estera non varierà
Viste le urgenti priorità interne che dovrà affrontare il governo italiano appena insediato, gli analisti non si aspettano cambiamenti immediati nella politica estera del Paese.
Gli osservatori hanno detto a Xinhua che Giorgia Meloni, la quale sabato 22 ottobre ha prestato giuramento come Presidente del Consiglio del Paese, probabilmente si troverà di fronte a troppe sfide come l'aumento dei prezzi, le forniture di energia, il rallentamento della crescita economica o la stabilità politica generale.
"Ci sono elementi euroscettici e pro-russi nella sua coalizione, ma mi aspetto che la Meloni sarà cauta nella sua politica estera", ha detto a Xinhua Riccardo Puglisi, professore di economia pubblica all'Università di Pavia. "Il numero di problemi che un nuovo governo può affrontare è limitato".
La crisi ucraina ha avuto un impatto drammatico sull'Italia, che all'inizio era il secondo importatore di gas naturale russo dell'Unione Europea (UE).
L'impatto del conflitto sui prezzi dell'energia e sulle filiere di approvvigionamento ha avuto un effetto a catena in tutta l'economia italiana al punto che questo mese il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto le sue stime di crescita economica del Paese per l'anno prossimo al -0,2%, mentre le stime di un crescita di luglio e aprile erano rispettivamente di +0,7% e +1,7%.
Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo del FMI, ha dichiarato al quotidiano italiano La Repubblica che il nuovo governo dovrebbe in gran parte seguire le politiche energetiche stabilite dal precedente governo guidato da Mario Draghi, ovvero cercare nuove fonti non russe di energia e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Inoltre, secondo Kammer, Meloni dovrebbe utilizzare la finanza pubblica per attenuare il colpo economico dei prezzi elevati dell'energia subiti dalle industrie ad alta intensità energetica e dalle famiglie povere.
Ma gli esperti hanno notato che Meloni potrebbe essere limitata su quel fronte dalla propria campagna elettorale, impegnata a non sostenere politiche economiche aggiungano al già enorme debito pubblico dell'Italia.
Secondo l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), il rapporto debito pubblico-prodotto interno lordo (PIL) era del 150,3 per cento alla fine del 2021, uno dei tassi più alti tra le economie industrializzate al mondo.
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