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Le risposte cinesi all'inserimento di sei imprese cinesi nella "Entity List" da parte degli Stati Uniti
Rispondendo alle domande di alcuni giornalisti riguardanti l'inserimento di sei aziende cinesi nella "Entity List" degli Stati Uniti, durante una conferenza stampa del Ministero del Commercio cinese l'11 aprile, il portavoce He Yadong ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno continuamente incluso imprese cinesi nella loro "Entity List" con il pretesto di presunti coinvolgimenti negli affari militari o legami con la Russia. Ha sottolineato che gli Stati Uniti stanno abusando del concetto di sicurezza nazionale e delle misure di controllo delle esportazioni, imponendo unilateralmente sanzioni e una "giurisdizione a braccio lungo". He Yadong ha definito quest'azione come tipica coercizione economica e bullismo unilaterale, a cui la Cina si oppone fermamente. Ha concluso affermando che "gli Stati Uniti devono correggere immediatamente tale comportamento sbagliato e porre fine alle repressioni irragionevoli contro le imprese cinesi. La Cina adotterà qualsiasi misura necessaria per difendere gli interessi legittimi delle sue imprese".
Nella stessa giornata, durante una conferenza stampa ordinaria del Ministero degli Esteri cinese, la portavoce Mao Ning ha protestato fermamente contro le azioni degli Stati Uniti di contenimento e repressione delle imprese cinesi mediante strumenti di controllo delle esportazioni, come ad esempio la "Entity List". Ha esortato gli Stati Uniti a non politicizzare le questioni economico-commerciali, scientifiche e tecnologiche né ad usarle come strumenti o armi. Ha sottolineato che la Cina adotterà le misure necessarie per difendere fermamente gli interessi legittimi delle imprese cinesi.
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